Sandro Ruffo se ne andato il 7 maggio 2010 dopo una lunga e intesa vita di 94 anni nella quale era, ed è, per molti un riferimento per i Naturalisti ed i responsabili dei Musei di Storia Naturale. Di seguito alcune note biografiche che ne evidenziano il livello scientifico e culturale: nel 1952 divenne libero docente di Zoologia e dal 1958 al 1966 di Entomologia all’Università di Modena. Numerosissimi gli incarichi accademici, è stato più volte consigliere della Società entomologica italiana e dell’Unione zoologica italiana e, come responsabile di un gruppo di ricerca del Cnr, ha coordinato la pubblicazione delle Guide per l’identificazione delle specie animali delle acque interne italiane, ben 29 volumi usciti tra il 1977 e il 1985.
È stato socio dell’Accademia dei Lincei (unico veronese) e membro effettivo dell’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona, dell’Istituto veneto di scienze e lettere di Venezia e dell’Accademia nazionale di Entomologia di Firenze. Socio onorario di numerosissime accademie scientifiche italiane e internazionali, oltre che Medaglia d’oro dei benemeriti della cultura. È stato presidente del Comitato scientifico per la fauna italiana dal 1971 al 1990 e presidente del Comitato tecnico per la fauna presso il ministero dell’Ambiente dal 1989 al 1993, oltre che membro della Consulta tecnica per le aree naturali protette dello stesso ministero dal 1993 al 1995. Tanti i premi assegnati: dal “Cangrande” nel 1977, al “San Zeno” nel 1980, al “Gambrinus” del 1993 a Treviso. Autore di 270 pubblicazioni scientifiche, ha descritto 190 nuove varietà (la terminologia scientifica parla di taxa) di Antipodi (una famiglia, 30 generi, 159 specie), 17 nuovi taxa di coleotteri (10 specie e 7 sottospecie), tre nuovi taxa di altri animali (un genere, due specie): e ben 110 taxa di animali sono dedicati al suo nome.
Il ricordo più importante per noi romagnoli è certamente nell’attenzione che il Prof. Sandro Ruffo ha avuto per Pietro Zangheri. Oltre che averlo sostenuto e incoraggiato nel suo lavoro di Naturalista, gli offerì la grande occasione di conservare i suoi preziosi reperti in un grande museo di Storia Naturale come è quello di Verona che all’epoca dirigeva. Riuscì quindi a salvaguardare le collezioni dell’amico forlivese, quando le istituzioni forlivesi non sembravano poter garantire una adeguata colloaczione e conservazione. Nel 1998 collaborò con il Parco nazionale delle Foreste casentinesi per la realizzazione del documentario “Viaggio nella Romagna di Pietro Zangheri”. Il legame con il Parco Nazionale lo portò inoltre a collaberare nell’organizzazione del convegno dedicato a Pietro Zangheri ed a presenziare a Santa Sofia, assieme al Prof. Sergio Zangheri, l’inaugurazione della Mostra dedicata al grande Naturalista forlivese. Nell’autobiografia, che avrebbe dovuto presentare Egli stesso qualche giorno dopo la propria morte, Ruffo scorre ritratti di donne e uomini, racconti di affetti e amicizie, esperienze di vita e intensi ricordi, sul filo di una precoce e inesausta passione per il “bel mestiere del natualista, che consente di lavorare divertendosi”.