Il museo nasce nel 1857 con la donazione alla collettività di alcune pregevoli collezioni naturalistiche, arricchite in seguito da altre di archeologia preistorica, etnografia, culture extraeuropee, etc. Tra i donatori la figura più significativa, cui è intitolato il museo, è quella di Giuseppe Scarabelli, iniziatore degli studi di preistoria italiana e pioniere della geologia dell’Appennino, oltre che rilevante personalità in campo politico e civile. Il museo è stato riaperto nel 1995 dopo lavori di catalogazione e restauro, condotti nel rigoroso rispetto dell’interessante allestimento museografico ottocentesco di matrice positivistica, uno dei pochissimi ancora conservati in Italia. Le sezioni sono dedicate a: preistoria, geologia e paleontologia, malacologia, zoologia, entomologia, botanica, culture extraeuropee, strumenti scientifici. Quella di geologia e palentologia è la sezione più vasta del museo, in cui sono conservati entro scatoline migliaia di fossili, rocce e minerali, disposti nelle vetrine secondo l’ordinamento stratigrafico conferito da Giuseppe Scarabelli nel secolo XIX, solo leggermente modificato da Domenico Sangiorgi negli anni 1930. Il nucleo principale è costituito dalle collezioni di geologia e paleontologia italiane legate all’attività di Scarabelli: si tratta di 5694 campioni di rocce e fossili dall’Appennino, dalle Alpi e dalle isole, ancora suddivisi per giacimenti e aree di provenienza.
La collezione più consistente è quella ornitologica (496 campioni tra uccelli imbalsamati e uova). Formatasi nell’Ottocento con uccelli in prevalenza della Romagna (G. Liverani, A. Sassi), ha successivamente accolto altri esemplari di varie provenienze. Una vetrina raccoglie inoltre una piccola collezione di serpenti in vitro, raccolti perlopiù in territorio romagnolo (G. Tassinari). La sezione di entomologia contiene una collezione di coleotteri, raccolta nel secolo XIX da Odoardo Pirazzoli, costituita da oltre 27.000 esemplari. La sezione botanica consta di un grande erbario raccolto nel secolo XIX da G. Tassinari in collaborazione con O. Pirazzoli e di altre raccolte minori. La sezione di malacologia, di formazione ottocentesca, è costituita da una pregevole collezione di conchiglie di terra e di acqua dolce della Romagna (G. Tassinari), e da collezioni di conchiglie marine del Mediterraneo (G. Tassinari, V. Toschi) e dei mari tropicali (A. Brini).
Sede:
Via Sacchi, 4 – 40026 Imola (BO)
Tel. 0542.602609 – Fax 0542.602608
musei@imola.comune.bo.it
www.comune.imola.bo.it/museicomunali
Orari di apertura:
sabato, 15.00-19.00
domenica: 10.00-13.00 e 15.00-19.00
aperture su richiesta gli altri giorni dalle 19.00 alle 13.00
Note: ingresso a pagamento, visite guidate e laboratori didattici su prenotazione, pubblicazioni in vendita