Lo storico archivio fotografico del grande naturalista forlivese è diventato patrimonio pubblico della Provincia di Forlì-Cesena, dato in gestione al Parco Nazionale. Sergio, il figlio, e Fiorella, la nipote, eredi del grande naturalista forlivese, hanno donato alla Provincia i fondi fotografici realizzati da Pietro Zangheri, costituiti da quasi 2000 lastre fotografiche scattate tra gli anni ‘20 agli anni ‘40.
La Provincia di Forlì-Cesena, sia per accogliere le indicazioni fornite da Sergio e Fiorella Zangheri, sia per le proficue collaborazioni fin qui effettuate, ha depositato l’archivio fotografico nella sede di Santa Sofia del Parco Nazionale, dove già è custodito il grande plastico della Romagna realizzato dallo stesso Pietro Zangheri e in cui sarà possibile operare una corretta conservazione delle lastre.
Le prime fotografie realizzate da Zangheri nel corso delle sue esplorazioni del territorio romagnolo risalgono ai primi anni Venti. Fino ai primi anni Trenta realizza circa 300 negativi in vetro, in formato 100 x 150 mm, identificati dal suffisso ZAN. Le lastre, in buono stato di conservazione, costituiscono una documentazione essenziale degli ambienti naturali della regione Romagna nella prima metà del secolo. Queste trecento lastre rappresentano i primi scatti realizzati da Zangheri, i più datati di tutto l’Archivio e costituiscono una documentazione essenziale degli ambienti naturali della Romagna di inizio secolo. Un primo intervento conservativo fu eseguito nel 1998 dall’Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, collocando le lastre all’interno di buste a 4 falde in carta neutra.
Le lastre fotografie stereoscopiche vengono realizzate a partire dalla seconda metà degli anni trenta, periodo a partire dal quale Zangheri si dedicherà esclusivamente a questa tecnica. L’archivio stereoscopico è ancora oggi in parte collocato all’interno di un mobiletto che lo stesso Zangheri ideò e costruì. All’interno è possibile trovare le Scatole che contengono le lastre e le pellicole fotografiche. Su ogni positivo è indicato il riferimento originale alla Scatola ed alla Serie di collocazione, una breve descrizione del soggetto ritratto nella foto ed il numero della corrispondente stereoscopia negativa. All’interno dell’archivio troviamo quindi complessivamente circa 1700 lastre stereoscopiche così suddivise:
Stereoscopie positive in bianco e nero, che all’interno dell’Archivio sono complessivamente 637. Si tratta di lastra di vetro formato 45 x 107 mm “stampate a contatto” con il negativo originale (non sempre presente all’inteno dell’Archivio), spesso colorati in varie tinte monocromo o a doppio colore sul lato dell’emulsione tramite specifici processi;
Stereoscopie positive a colori naturali, che all’interno dell’Archivio sono complessivamente 158. Queste stereoscopie sono realizzate su pellicola a colori 35mm perforata. La pellicola è racchiusa tra due vetri nel formato stereoscopico standard 45 x 107 mm. Queste immagini, prodotte intorno al 1939, sono prive di negativo. Una concisa descrizione del materiale utilizzato ci viene fornita dallo stesso Zangheri, in un articolo tecnico pubblicato nel 1939, che però non specifica la natura della pellicola Agfacolor. Sull’etichetta di alcune di queste stereoscopie è presente una nota manostritta “Agfacolor 15/10 D”. L’Agfacolor nuova (Agfacolon Neu) citata nell’articolo è un materiale sensibile “invertibile”, cioè una diapositiva, dalla sensibilità di 15°/10 DIN (gradi decimali della normativa industriale tedesca), che corrisponede agli attuali 25 ISO. QUella conservata nell’archivio è quindi la medesima pellicola esposta nella macchina fotografica, che da negativa diviene positiva mediante il procedimento di “inversione”.
Stereoscopie negative in bianco e nero, che all’interno dell’Archivio sono complessivamente 898. Si tratta di negativi su lastra di vetro (rari quelli su pelicola piana) di formato 45 x 107 mm, dai quali sono state successivamente “stampate a contatto” le copie positive. La mancanza di alcune lastre fa si che all’interno dell’Archivio siano presenti positivi sprovvisti del corrispondente negativo, e viceversa. Su ciascun negativo è presente una coppia di fotogrammi delle dimensioni di 41 x 41 mm.